Il destino dell’Africa è deciso dalla maggioranza della popolazione che vive in aree non metropolitane, cioè in comunità (villaggi e città) con meno di 100.000 abitanti. Nel World Population Prospects 2019 delle Nazioni Unite si legge che si tratta del 90,9% della popolazione africana. Si può ipotizzare che intorno al 2050 almeno il 70% della popolazione vivrà e continuerà a vivere in aree non metropolitane.
Nelle comunità più piccole non si applicano le economie di scala della moderna economia globale. Ma: Un sistema economico autosufficiente ha bisogno di infrastrutture funzionanti (acqua pulita e fognature, per lo smaltimento e il riciclaggio dei rifiuti, per l’elettricità e la comunicazione digitale), altrimenti la giovane élite istruita continuerà a migrare verso i centri.
Anche per questo motivo, lo sviluppo di beni infrastrutturali comuni attraverso cooperative per la costruzione e la gestione delle infrastrutture deve essere affidato soprattutto alle donne.
L’aver trascurato la dimensione mentale e socioculturale è il tallone d’Achille della nostra società. Gli investimenti tecnici devono prima essere riconosciuti mentalmente dalla comunità come propri. Solo allora potranno essere installati e gestiti in modo sostenibile.
La logica economica dei villaggi intelligenti richiede una tecnologia che punti alla durata nel tempo attraverso la riparabilità. A differenza della logica economica tradizionale, che genera profitti incentivando l’acquisto dello stesso prodotto, ma costantemente perfezionato tecnologicamente, l’economia dei villaggi intelligenti si basa su economie di scala attraverso tecnologie infrastrutturali facilmente riparabili e quindi utilizzabili nel lungo periodo.
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